DEMATERIALIZZARE I “MODULI CARTACEI” NELLE ORGANIZZAZIONI SANITARIE: UN ASPETTO NON SECONDARIO DELLA TRANSIZIONE AL DIGITALE

La transizione al digitale delle aziende sanitarie non può prescindere da una radicale dematerializzazione della modulistica cartacea, ancora in uso in moltissime organizzazioni per registrare e comunicare dati ed informazioni legate, soprattutto, ai sistemi di gestione e ai processi realizzati dalle tecnostrutture

In questi mesi, grazie soprattutto al PNRR, proliferano le iniziative ed i progetti per favorire la transizione al digitale delle aziende sanitarie italiane.

La digitalizzazione dei processi e dei percorsi è ormai un’esigenza inderogabile e improrogabile per migliorare l’efficacia, l’efficienza e l’outcome dei processi stessi.

L’informatizzazione, partita da tempo con i processi amministrativi, contabili e giuridici, si è ormai decisamente spostata verso la gestione integrata multifunzione e multiprofessionale dei dati sanitari, con la cartella clinica elettronica e il fascicolo sanitario.

Da questo intenso  proliferare di progetti, che coinvolge tutte le aziende sanitarie italiane e i grandi player dell’informatica sanitaria, sembrano, però, rimanere ancora fuori tutti i processi legati ai sistemi digestione e alle tecnostrutture quali ad esempio: risk management, qualità, sicurezza sul lavoro, ecc., solo per citarne alcuni tra i principali.

Eppure la maggiore produzione di “cartaceo” è da ascrivere proprio, in buona misura, ai sistemi di gestione e alle tecno-strutture afferenti la corporate e clinical governance. I cosiddetti “moduli cartacei”, nella maggior parte delle aziende, rappresentano ancora il principale strumento di registrazione e conservazione di una significativa quantità di dati e informazioni documentate e di comunicazione interna tra unità operative.

E’ noto a tutti gli operatori e al management delle organizzazioni sanitarie quanta inefficienza genera la gestione della modulistica cartacea anche quando il classici “moduli di carta” sono sostituiti da form realizzati con strumenti di video scrittura e/o da fogli elettronici scaricabili dall’intranet e/o da cartelle documentali locali e compilabili direttamente dal PC.

Ripercorriamo brevemente il ciclo di vita di un modulo cartaceo e i punti critici nella gestione dello stesso:

  • Il modulo deve essere prelevato da un raccoglitore: molte volte non si trova; molte volte non è quello aggiornato;
  • Il modulo deve essere compilato: molte volte non si compilano i campi indispensabili per cui l’informazione risulta parziale e incompleta; la grafia non sempre risulta leggibile;
  • Il modulo compilato deve essere riprodotto per l’inoltro: molte volte la fotocopiatrice è guasta o di difficile accesso;
  • Il modulo compilato deve essere recapitato ai destinatari interessati; va fatta una scansione e inviata via e-mail? Va consegnata a mano? Conseguenza grande perdita di tempo e carente comunicazione interna;
  • Il modulo compilato va archiviato per la conservazione: in caso di necessità risulta spesso difficile tracciarlo e rintracciarlo;
  • Si aggiunga che le informazioni documentate registrate su supporto cartaceo sono di fatto inutilizzabili per successive elaborazioni finalizzate al monitoraggio e analisi dei processi coinvolti.

Risulta evidente che la dispersione di risorse è elevatissima, ma soprattutto risulta inefficace la gestione della comunicazione interna.

Solo leggermente migliore è la situazione con form realizzati con sistemi di office automation risultando comunque complicata l’archiviazione in repository strutturati, la rintracciabilità, la comunicazione agli interessati, l’analisi dei dati ai fini del monitoraggio dei processi.

L’applicativo “Informazioni Documentate” del sistema informatico TaleteWeb si arricchisce di nuove importanti funzionalità e casi d’uso per dare una risposta concreta alle criticità prima evidenziate.

Per tutti i form, non rientranti nei casi d’uso già gestiti dai diversi applicativi della piattaforma TaleteWeb, è possibile configurare, con queste nuove funzionalità, delle schede (moduli) e delle tabelle elettroniche che consentono:

  • la compilazione direttamente tramite l’applicativo “Informazioni Documentate” dei dati e delle informazioni (dematerializzazione totale del cartaceo);
  • la produzione automatizzata di un allegato che si presenta del tutto identico al cartaceo in uso;
  • l’inoltro automatico dell’allegato, con un solo click, a gruppi predefiniti di utenti tramite la posta elettronica aziendale;
  • la conservazione delle registrazioni in cartelle strutturate e predefinite su TaleteWeb accessibili, in funzione della profilatura degli utenti;
  • la possibilità di rintracciare rapidamente lo storico delle registrazioni;
  • la possibilità di estrarre tabelle piatte in fogli elettronici e/o utilizzare il sistema di business intelligence interno, per analizzare i dati registrati nelle schede e nelle tabelle e produrre un reporting strutturato.

Una efficacissima funzionalità consente, inoltre, per ogni scheda o tabella, di generare automaticamente un link che assicura la rapida accessibilità degli utenti ai form elettronici, per una agevole e tempestiva compilazione. Il link può essere applicato in aree dedicate dei portali aziendali al posto di quelli utilizzati per scaricare gli attuali form e/o in altri siti di facile accesso per gli operatori.

Per queste funzionalità abbiamo utilizzato la stessa tecnologia del nostro potente configuratore di cartelle cliniche elettroniche e del nostro sistema di business intelligence.

Queste nuove funzionalità, inoltre, sono integrate nativamente con tutti gli altri applicativi della piattaforma TaleteWeb, pertanto, tutte le informazioni documentate sono immediatamente disponibili e richiamabili da tutti i processi gestiti da TaleteWeb, afferenti i diversi sistemi di gestione.

Se sei interessato contattaci subito potremo, insieme, configurare e testare gratuitamente un modulo da te scelto tra quelli attualmente gestiti, nella tua azienda, in modalità cartacea e/o con strumenti di office automation. Potrai così apprezzare l’enorme miglioramento nella gestione delle informazioni documentate e nella comunicazione interna.

TALETEWEB PRESENTA L’APPLICATIVO PER LA GESTIONE INFORMATIZZATA DEL PIANO REGIONALE DI PREVENZIONE (PRP)

PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE

Adottato il 6 agosto 2020 con Intesa in Conferenza Stato-Regioni il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 è lo strumento fondamentale di pianificazione centrale degli interventi di prevenzione e promozione della salute, da realizzare sul territorio e mira a garantire sia la salute individuale e collettiva sia la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, attraverso azioni quanto più possibile basate su evidenze di efficacia, equità e sostenibilità che accompagnano il cittadino in tutte le fasi della vita, nei luoghi in cui vive e lavora.

I PIANI REGIONALI DELLA PREVENZIONE

Come previsto dall’Intesa Stato Regioni 6 agosto 2020, tutte le Regioni e PA hanno predisposto il proprio Piano locale (Piano regionale di prevenzione-PRP). L’interlocuzione tecnica tra Ministero, Regioni e PA ha permesso di individuare e superare le criticità riscontrate nell’ elaborazione dei PRP.

LE PROBLEMATICHE DI GESTIONE DI UN PRP

La realizzazione di un PRP richiede, ad un’azienda sanitaria, una cabina di regia che possa far affidamento su procedure e strumenti di gestione che favoriscano la condivisione di dati ed informazioni, in modo trasversale, all’interno ed all’esterno dell’organizzazione sanitaria.

Ogni azione del PRP rappresenta, da un punto di vista del governo dei processi coinvolti, un progetto complesso che richiede una forte capacità di programmazione e monitoraggio sia degli obiettivi di esito che di quelli legati all’utilizzo di risorse.

Gestire la complessità derivante da un numero consistente di progetti complessi attivi, senza uno strumento informatico adeguato, diventa molto complesso e soprattutto dispendioso e poco finalizzante.

LA SOLUZIONE APPLICATIVA DI TALETEWEB – L’ESPERIENZA DELLA ASL DI TERAMO

Con il Dipartimento di Prevenzione della ASL di Teramo, che utilizza già la piattaforma TaleteWeb per la gestione dei propri processi operativi, abbiamo realizzato un nuovo applicativo e delle funzionalità specifiche per la gestione integrata del PRP.

Il sistema realizzato utilizza tutte le funzionalità native della piattaforma TaleteWeb per la comunicazione e la condivisione di dati e documenti e aggiunge casi d’uso specifici per la gestione delle azioni (progetti complessi) mutuati dal proprio applicativo “Qualità 2015”

Per approfondimenti sul progetto e sull’applicativo scarica la presentazione:

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Progetto per la realizzazione di un modello organizzativo – informatizzato per la sicurezza e la qualità delle cure nella medicina territoriale

Oggi si parla tanto di “Medicina del territorio”, di telemedicina e di PNRR. Termini come “case e ospedali di comunità” stanno entrando nel linguaggio comune e l’esigenza di nuove competenze, come l’infermiere di famiglia, si sta affacciando prepotentemente in ambito socio-sanitario; ma ci stiamo preoccupando a sufficienza di come organizzare i processi al fine di garantire, comunque e in ogni caso, la massima sicurezza e la qualità delle cure in contesti completamente diversi dalle mura protettive di un” ambito ospedaliero”?

Ancora oggi nelle strutture ospedaliere si fa una gran fatica – e gli addetti ai lavori lo sanno bene – a far passare la cultura del rischio clinico e l’approccio alla qualità dei percorsi diagnostico- terapeutico- assistenziali. Immaginiamo quanto sarà complesso affrontare il discorso sul territorio, che fino a ieri è rimasto quasi ai margini in termini di Clinical Risk Management. Eppure, a partire dall’immediato futuro, sul territorio ci sarà un massiccio uso di tecnologie della comunicazione e dell’informazione(device, dispositivi, cartelle cliniche e dossier elettronici, ecc…) che, se non gestiti adeguatamente, potranno comportare eventi avversi e bassi standard qualitativi delle prestazioni erogate, con tutte le problematiche del contenzioso e delle responsabilità medico-legali annesse.

Al fine di dare una risposta effettiva a quanto sopra, l’idea è stata quella di progettare un disciplinare per la realizzazione di un “Sistema di gestione per la sicurezza e la qualità delle cure nella medicina territoriale ed in particolare per le case e gli ospedali di comunità”.

Il disciplinare potrà essere utilizzato anche per la valutazione dei requisiti e la certificazione di conformità rilasciata da organismi terzi accreditati.

I requisiti del disciplinare prevedono e mutuano tecniche, metodologie e tecnologie dell’informazione, dai sistemi di gestione del rischio clinico e della qualità, calandole, in modo personalizzato e semplificato, nelle specifiche realtà organizzative afferenti al “territorio” e applicabili a tutti i relativi setting assistenziali.

I requisiti sono coerenti e conformi al quadro normativo applicabile (L.24/2017, Raccomandazioni Ministeriali, ecc.), alle norme volontarie (ISO 9001, ISO 22301, J.C.I, ecc.) e, in particolare, ai requisiti generali e specifici previsti dall’accreditamento istituzionale delle diverse Regioni.

È stato, in sostanza, costruito un modello organizzativo informatizzato per la gestione del rischio clinico e della qualità nelle strutture socio-sanitarie del territorio con particolare riferimento alle problematiche gestionali, organizzative e tecnologiche indotte dai sistemi di telemedicina (televisita, teleconsulto, telemonitoraggio, teleassistenza) e dall’utilizzo massivo dei sistemi di digitalizzazione dei dati sanitari (fascicolo sanitario, dossier sanitario, cartella clinica elettronica territoriale, ecc.).

Il modello è stato sviluppato in assoluta continuità e omogeneità con il sistema ospedaliero di Risk Management e Qualità, da noi avviato e consolidato in oltre 58 strutture sanitarie italiane pubbliche e private di grandi e medie dimensioni.

Unitamente e parallelamente allo sviluppo del modello organizzativo informatizzato sono stati progettati corsi di formazione, in materia di Risk Management e Qualità, nella medicina del territorio, erogabili in presenza e in modalità e-learning, rivolti a tutti i portatori di interessi e specialmente agli operatori sanitari sulla sicurezza e qualità delle cure nella medicina di prossimità

L’attività formativa di cui sopra si va ad integrare con i corsi, già disponibili, rivolti alla formazione delle competenze dell’ infermiere di famiglia.

Gregorio Paccone

Ancona, 22 luglio 2022

Giornata Nazionale di Educazione e Prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari

Il Ministero della Salute ha firmato il decreto che indice la Giornata Nazionale di Educazione e Prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari il 12 marzo di ogni anno.

Alle Amministrazioni pubbliche, anche in coordinamento con gli enti e gli organismi interessati, spetta, in occasione della giornata, organizzare iniziative di comunicazione per promuovere una cultura che condanni ogni forma di violenza nei confronti dei lavoratori della sanità.

Secondo l’Inail, tra il 2016 e il 2020 sono stati accertati e codificati come violenze più di 12mila casi di infortunio. La maggior parte di essi è avvenuta in case di cura e ospedali e ad essere più colpite sono state le operatrici sanitarie.

Il Piano Nazionale di Prevenzione 2020-2025 ha previsto, pertanto, l’attivazione di una linea di intervento specifica che contribuirà ad alzare l’attenzione agli aspetti di progettazione e organizzazione del lavoro che, se non presidiati, possono favorire lo stress lavoro correlato ed episodi di aggressione nei contesti lavorativi.

Noi del gruppo TaleteWeb abbiamo sviluppato, nell’ambito degli applicativi “Rischio Clinico” e “SGSL”, delle specifiche funzionalità per la valutazione del rischio, per la prevenzione e per il miglioramento dei processi operativi e organizzativi che possono limitare gli atti di violenza a danno degli operatori.

Clicca qui per visualizzare la presentazione

EXECUTIVE MASTER DI RISK MANAGEMENT IN SANITÀ 2022

Grazie alla collaborazione nata tra Stoà (Istituto di Studi per la Direzione e Gestione d’Impresa), Methodo – Servizi integrati per la sanità e la nostra piattaforma TaleteWeb, prende vita il primo Executive Master campano di Risk Management, incentrato sulla cultura del rischio in ambito sanitario e rivolto prevalentemente a operatori di aziende sanitarie e professionisti del settore.

Lo scopo primario del master è promuovere una cultura aziendale del rischio, attraverso la relativa analisi dell’assetto normativo , l’utilizzo di metodologie e strumenti per gestire e valutare i fattori di rischio, l’approfondimento in tema di organizzazione, di risk assessment e di responsabilità civile e penale degli operatori sanitari (medici, infermieri, tecnici, amministrativi), la definizione di metodologie per la gestione dei sinistri, il confronto con le best practice italiane e internazionali e la gestione dell’human factor all’interno del processo di gestione del rischio clinico.

Il corso prevede l’adozione di un approccio sistemico e metodologico che permette ai partecipanti di acquisire nuove competenze, lavorando direttamente sul campo e promuovendo l’integrazione fra le varie figure professionali che operano sia in contesti ospedalieri che territoriali.

La formazione è affidata a docenti di eccellenza in ambito del Governo Clinico e includerà delle sessioni pratiche destinate all’utilizzo del software TaleteWeb per la gestione delle segnalazioni e delle conseguenti prese in carico.

Il percorso avrà una durata di 200 ore complessive in formula weekend, di cui 160 in aula e 40 in smart learning e si svolgerà presso la sede di Stoà, ad Ercolano (Na).

Per info e iscrizioni, consultare il sito Stoà – Istituto di Studi per la Direzione e Gestione di impresa.

CORTE DI CASSAZIONE E CONSENSO INFORMATO

La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 18283/2021, è tornata sul tema del Consenso Informato, accogliendo il ricorso di un paziente che aveva chiesto il risarcimento del danno contro l’Azienda Ospedaliera e il medico che lo aveva in cura.

La pretesa risarcitoria del ricorrente si fonda sulla condotta negligente del medico oculista che gli aveva somministrato una terapia farmacologica senza monitorarlo prima e dopo il trattamento stesso. Cosa che gli aveva procurato un’insufficienza renale. Il ricorrente sostiene, tra l’altro, di non essere stato correttamente informato, altrimenti avrebbe potuto scegliere di non proseguire il trattamento terapeutico prescritto e decidere di salvare la funzionalità epatica in luogo di quella visiva.

Già la Cassazione era intervenuta nel 2019 con la Sentenza n. 32124 affermando che “l’acquisizione da parte del medico del Consenso Informato costituisce prestazione altra e diversa da quella dell’intervento medico richiesto, assumendo autonoma rilevanza ai fini della eventuale responsabilità risarcitoria in caso di mancata prestazione da parte del paziente”.

Ci troviamo quindi in presenza di due distinti diritti. Infatti, il Consenso Informato riguarda il diritto fondamentale della persona ad esprimere una consapevole adesione al trattamento terapeutico proposto (Corte Costituzionale con Sentenza n. 438/2008).

Il Trattamento Medico Terapeutico attiene alla tutela del fondamentale diritto alla salute.

Nel dettaglio, l’informazione fornita dal medico in ordine al Consenso Informato dovrà riguardare il possibile verificarsi dei rischi di un esito negativo dell’intervento, e di un aggravamento delle condizioni di salute del paziente; ma anche il possibile mancato miglioramento.

Sempre secondo la Corte di Cassazione “la struttura ed il medico hanno il dovere di informare il paziente circa la natura dell’intervento, i suoi rischi, la portata di possibili e probabili risultati conseguibili, nonché delle implicazioni verificabili, esprimendosi in termini adatti al livello culturale dell’interlocutore, adottando un linguaggio a lui comprensibile, secondo il relativo stato soggettivo e il grado delle conoscenze specifiche di cui dispone”.

La Cassazione ha anche stabilito che “la valutazione dei rischi appartiene al solo titolare del diritto esposto, e il professionista o la struttura sanitaria non possono omettere di fornirgli tutte le informazioni necessarie”.

L’obbligo di acquisire il Consenso Informato dal paziente è a carico della struttura sanitaria e del medico; e a fronte dell’allegazione di inadempimento da parte del paziente sarà onere della struttura e del medico provare l’adempimento dell’obbligazione di fornirgli un’informazione completa ed effettiva sul trattamento sanitario e sulle sue conseguenze, senza che si possa presumere il rilascio del Consenso Informato sulla base delle qualità personali del paziente.

Infine, trattandosi di Danno Non Patrimoniale, la Cassazione ricorda che la prova del medesimo danno può essere fornita dal danneggiato con ogni mezzo e dunque anche a mezzo di presunzioni.

 

Articolo di: Corrado Moschitti

 

WhatsApp in medicina: opportunità e rischi

Le principali app di messaggistica istantanea (WhatsApp e simili) non sono conformi alla regole del GDPR europeo, per tale ragione risulta inappropriato condividere informazioni cliniche riguardanti i pazienti attraverso il loro utilizzo.

Fortunatamente si sta cercando di ovviare al problema prendendo in considerazione delle alternative. L’obiettivo, infatti, è incoraggiare le organizzazioni sanitarie, i medici e più in generale gli operatori sanitari ad abbandonare l’utilizzo di WhatsApp e strumenti simili e ad adottare app di messaggistica sicure e progettate specificamente per la gestione dei dati sensibili.

WhatsApp: utilizzo e problematiche normative

WhatsApp è un’applicazione di messaggistica istantanea creata nel 2009 e acquisita da Facebook nel 2014. Utilizzata principalmente con dispositivi mobili, funziona anche su desktop (WhatsApp web).

L’installazione di WhatsApp prevede la trasmissione della lista dei contatti sui server di Facebook quasi sempre dislocati fuori dalla UE. La comunicazione, tramite crittografia end-to-end, consente il mantenimento della riservatezza dei dati permettendo solo al mittente e al destinatario di decifrare il messaggio.

WhatsApp: opportunità e punti di forza

I medici e gli infermieri usano spesso WhatsApp per comunicare con i colleghi. Questa prassi è letteralmente esplosa in questi mesi di gestione dell’emergenza pandemica.
Si sta sempre di più consolidando negli operatori, infatti, la convinzione dell’utilità clinica di questo strumento, soprattutto in contesti acuti.
Tra gli ulteriori vantaggi dell’utilizzo di questa app troviamo: un miglioramento esponenziale della comunicazione e semplificazione dei flussi di lavoro, una riduzione dei tag telefonici e dei tempi di consultazione, una promozione di un ambiente collaborativo per migliorare il livello di assistenza sanitaria fornita ai pazienti.

WhatsApp: rischi e punti di debolezza

Per quanto riguarda la Comunità Europea, l’utilizzo di questi strumenti di messaggistica deve essere conforme al Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), entrato in vigore a maggio 2018, un complesso insieme di regole che consente ai cittadini dell’UE un maggiore controllo sui dati personali.

Il GDPR non consente la memorizzazione dei dati sensibili dei cittadini dell’UE su server ubicati al di fuori dell’area geografica della Comunità Europea. Inoltre, di fronte ad una richiesta di accesso ai dati personali (richiesta di accesso del paziente/care giver, soggetto proprietario dei dati), le organizzazioni sanitarie sono obbligate a fornire informazioni e a correggerle o cancellarle. È, pertanto, obbligatorio che gli ospedali e le strutture sanitarie sappiano dove e come vengono archiviati i dati e possono agire direttamente sui database in quanto titolari del trattamento dei dati.

Le regole del GDPR si applicano a tutti i paesi dell’UE e sono principalmente dirette alle organizzazioni sanitarie, che possono subire multe fino a 20 milioni di euro o pari al 4% del fatturato annuo. Ciò spingerà gli ospedali e le organizzazioni sanitarie a monitorare da vicino i propri dipendenti, in modo che le regole del GDPR siano rispettate.

Poiché l’installazione di WhatsApp carica l’elenco dei contatti e memorizza i messaggi ed i dati su server al di fuori dell’area UE, Facebook non è in grado di rispettare le regole del GDPR rendendo del tutto inappropriato condividere informazioni cliniche.

Le stesse considerazioni valgono anche per altre app, come i calendari online, Dropbox e Google Drive, che memorizzano i dati sui server di tutto il mondo, impedendo il rispetto delle regole GDPR e la risposta ai proprietari dei dati.

Ovviamente questi problemi sono noti ai big del mercato. WhatsApp ha recentemente tentato di affrontare il problema ma, ad oggi, non è riuscita a trovare una soluzione a lungo termine che consenta la condivisione dei dati sensibili dei pazienti in linea con le regole del GDPR.

Il mancato controllo degli accessi, con un account diverso da quello presente sul dispositivo, è il primo ostacolo all’utilizzo di WhatsApp per mantenere riservati i dati dei pazienti. Chiunque utilizzi uno smartphone può leggere i messaggi di WhatsApp e, se lo schermo non è bloccato, può vedere le notifiche ai messaggi.

La possibilità di cancellare i messaggi ricevuti e l’impossibilità di WhatsApp di tenere traccia di quelli inviati è contraria alle regole e alle norme della corretta gestione della documentazione sanitaria del paziente, da parte dell’organizzazione. Inoltre, la sostituzione dello smartphone determina l’impossibilità di recuperare i messaggi, a meno che non siano stati sottoposti a backup. Se il dipendente di una struttura sanitaria lascia l’organizzazione, è necessaria la cancellazione completa dei dati sensibili. Questo può essere complesso e non può essere eseguito in remoto. La soluzione migliore sarebbe eliminare l’account, un’azione che l’utente probabilmente rifiuterebbe.

WhatsApp: alcuni suggerimenti per gli operatori

Data la non conformità di WhatsApp al GDPR, il suo utilizzo può indurre anche l’operatore sanitario a commettere errori nella gestione dei dati dei pazienti.

Di seguito vi forniamo alcuni suggerimenti utili ad utilizzare WhatsApp (e altri strumenti similari) in modo appropriato al fine di evitare azioni legali per non aver mantenuto la riservatezza dei dati sensibili del paziente:

  • In primo luogo, quando si invia un messaggio, una delle precauzioni più importanti è sempre assicurarsi che il destinatario sia la persona giusta. Ciò è particolarmente vero quando c’è un lungo elenco di contatti e non esiste una divisione rigorosa tra i contatti legati all’esercizio della professione e quelli che appartengono alla famiglia e agli amici (un messaggio con un’immagine o un file dati di un paziente che, per errore, viene indirizzato a un gruppo di amici o parenti. Il rischio di una denuncia penale è quasi una certezza).
  • In secondo luogo, nella comunicazione è buona norma evitare di inserire informazioni che potrebbero portare al riconoscimento del paziente, come il suo nome e cognome, un identificativo, la data di nascita o il luogo di residenza. A volte una frase vaga come “il paziente con malattia autoimmune che abbiamo visto ieri mattina” può essere sufficiente per infrangere questa regola. A questo va aggiunto che il tentativo di rendere anonime le immagini cliniche, acquisite tramite smartphone, potrebbe non essere sufficiente per la presenza di metadati di accompagnamento quali data, ora, coordinate geografiche e modello del dispositivo mobile.

I limiti di WhatsApp ci costringono a esplorare software alternativi che possono essere utilizzati in ambito sanitario.

Alternative a WhatsApp

Uno dei principali limiti nello sviluppo di app di messaggistica è che, a differenza della maggior parte dei servizi Internet, non esistono standard che definiscono un insieme di regole di comunicazione che queste applicazioni devono rispettare per comunicare. Ciò si traduce in una scarsa capacità di condividere i dati tra diverse applicazioni.

Esistono molte altre app di messaggistica simili a WhatsApp. Alcune sono collegate direttamente ai social network, come ad esempio Facebook Messenger, altre, invece, come Telegram e Viber, sono applicazioni stand alone che non necessitano di altri software per il loro funzionamento.

Il problema principale di queste app di messaggistica commerciale è che sono di proprietà di aziende il cui scopo principale è raccogliere dati dai propri utenti. Per questo è difficile immaginare un futuro in cui queste applicazioni possano soddisfare le richieste riguardanti il ​​trattamento dei dati sanitari personali sia a livello europeo che statunitense. Messenger e Telegram sono, quindi, solo apparentemente delle soluzioni alternative.

Ciò di cui hanno bisogno i sistemi sanitari sono le Secure Messaging App (SMA), ovvero delle app specificamente dedicate a mantenere la riservatezza dei dati dei pazienti. Oltre a crittografare i dati all’interno di una rete di comunicazione privata, le SMA impediscono che i dati vengano inviati al di fuori della rete dell’organizzazione sanitaria. Il salvataggio di dati sensibili su dischi rigidi esterni o al di fuori della rete dell’organizzazione deve essere evitato e deve essere disponibile il controllo amministrativo, eliminando i messaggi in caso di furto o smarrimento dello smartphone (cancellazione remota) o dopo un periodo di tempo predeterminato.

Siilo è una SMA interessante per il settore sanitario. È conforme al GDPR e disponibile gratuitamente negli store Apple e Google Play. È in grado di salvare immagini, ECG e altri dati sensibili dei pazienti in modo crittografato sul dispositivo mobile personale, superando la limitazione della memorizzazione delle informazioni su server remoti. Per questa e altre funzionalità, molte organizzazioni stanno adottando Siilo come strumento di comunicazione tra i dipendenti.

Hospify è un’altra SMA conforme al GDPR, disponibile anch’essa sugli store Apple e Google Play e fruibile sia dai pazienti che dagli specialisti.

Ad oggi le SMA sono scarsamente interoperabili con i sistemi EHR, rendendo il trasferimento di messaggi, contenenti informazioni diagnostiche e terapeutiche, alla cartella clinica digitale sempre più complesso. Per questo motivo la comunicazione lasciata nello smartphone rimane compartimentata e non può essere utilizzata formalmente. Alcune SMA vengono fornite già integrate con le piattaforme di comunicazione e collaborazione clinica, che consentono l’integrazione di documenti, immagini e messaggi con i sistemi informativi ospedalieri (SIO).

Il sistema informatico TaleteWeb, sviluppato interamente in Italia nelle Marche, ha realizzato l’app Tablete, disponibile sugli store Apple e Google Play, che permette di risolvere le diverse problematiche prima rappresentate. Tablete è un’app con funzionalità di messaggistica istantanea, molto simili nel funzionamento a WhatsApp, ma che memorizza i messaggi e i dati direttamente sul server dell’organizzazione sanitaria, dove è installato il data base del sistema informatico TaleteWeb. L’organizzazione sanitaria, quindi, può governare i dati dei pazienti nel pieno rispetto del GDPR e può tracciare la comunicazione tra i professionisti.

I contatti e i gruppi sono configurati grazie all’apposito applicativo web del sistema TaleteWeb. Tablete è completamente interoperabile, in modalità nativa, con il SIO e, in particolare,  con la cartella clinica elettronica e gli altri applicativi di clinical risk management della piattaforma TaleteWeb.

NPI: la cartella clinica informatizzata per la Neuropsichiatria Infantile

TaleteWeb rivoluziona la gestione professionale dei centri di salute mentale attraverso un applicativo estremamente innovativo: la cartella informatizzata per la neuropsichiatria infantile, correlata all’app per dispositivi mobili.

Tramite l’integrazione in modalità nativa della piattaforma TaleteWeb e dell’app Tablete si avrà una comunicazione diretta, sempre più efficace ed efficiente, tra i genitori e il personale sanitario.
Il nostro obiettivo, infatti, è fornire alle famiglie dei pazienti un supporto professionale, volto a coinvolgerle maggiormente nel programma riabilitativo e a garantire particolare attenzione ai segnali diretti e indiretti provenienti dai minori. Una tecnologia avanzata che permette di gestire l’intero processo di presa in carico, del piano terapeutico, degli incontri specifici con le figure professionali coinvolte nel percorso e di eventuali periodi di ricovero, oltre ad assicurare un’assistenza continua ed uniforme.

In aggiunta alle ordinarie funzionalità dell’applicativo, siamo in grado di offrire:

  • Gestione facilitata del piano terapeutico farmacologico
  • Compilazione del diario medico, psicologico e infermieristico
  • Compilazione scale, diagnosi e checklist con tracciabilità delle professioni
  • Valutazione delle condizioni psico-fisiche del paziente mediante parametri predefiniti
  • Inserimento di un alert per fenomeni di aggressività o di altri comportamenti improvvisi, invalidanti sia per la famiglia del paziente che per gli operatori sanitari

L’innovazione strategica e tecnologica dell’app Tablete apre le porte alla Telemedicina, garantendo una comunicazione orientata alla segnalazione di mutamenti della situazione fisica o psicologica del minore o dell’ambiente familiare in cui vive, alla compilazione di un diario in cui annotare eventuali cambiamenti emozionali, alla prenotazione di visite e/o consulti psicologici in loco o in teleconsulto.

Il valore aggiunto del nostro applicativo pone le fondamenta sul ruolo attivo della famiglia del paziente nel programma di cura e di riabilitazione del minore fornendo:

  • Completa integrazione della cartella clinica con i flussi regionali
  • Sistema completamente web-based dotato delle più avanzate tecnologie
  • Funzionalità e applicativi innovativi volti a gestire la governance di strutture complesse
  • Comunicazione diretta tra la famiglia del paziente e gli operatori sanitari in una concreta logica di empowerment
  • Aumento della qualità del servizio assistenziale
  • Maggiore fluidità e chiarezza nello scambio di informazioni tra l’equipe medica